ECONOMIA
  by  Published: martedì 24 novembre 2020 15:32:53

Lavoratori Sangemini ai cancelli della Treofan: bottiglie di solidarietà

I primi scioperano per difendere i posti di lavoro mentre per il polo chimico è in chiusura - Abbraccio virtuale tra due vertenze cruciali per il futuro del territorio “Dobbiamo unire le lotte”

  • Solidarietà dei lavoratori in lotta
  • Solidarietà dei lavoratori in lotta
(AVInews) – Terni, 24 nov. – “Qui non ci sono due vertenze separate, qui ci sono centinaia di lavoratori e di famiglie di uno stesso territorio ai quali stanno togliendo il lavoro. Dobbiamo lottare insieme per far sì che chi ci governa difenda le nostre fabbriche e il nostro futuro”. È stata una bella pagina di solidarietà quella scritta stamattina dai lavoratori della Sangemini e della Treofan. I primi, in sciopero da ieri lunedì 23 novembre per difendere gli 86 posti di lavoro messi seriamente a rischio dalla proprietà (gruppo Ami della famiglia Pessina), hanno caricato in macchina alcune casse dell’acqua che vogliono continuare a produrre e le hanno portate ai cancelli dell’azienda del polo chimico, per la quale la multinazionale Jindal ha annunciato la chiusura. Qui, i lavoratori della Treofan in assemblea permanente sono usciti tra gli applausi dei loro colleghi di Sangemini e si sono stretti in un abbraccio virtuale nel rispetto delle regole di sicurezza per il Covid.

“Unire le lotte”. “Dobbiamo unire le nostre lotte – hanno detto i rappresentanti delle due Rsu – perché qui c’è in gioco un intero territorio e due fabbriche che ne hanno fatto la storia. E allora tutta l’Umbria deve capire che qui è in ballo un pezzo del suo futuro e fare pressione insieme a noi su chi deve imporsi a livello istituzionale per impedire questo vero e proprio saccheggio”.

Incontro con il prefetto. Sempre in mattinata, dopo l’incontro ai cancelli della Treofan, i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria, insieme alla Rsu di Sangemini, hanno incontrato il prefetto di Terni per chiedere di sollecitare nuovamente il Governo e convocare un nuovo tavolo con la proprietà per scongiurare l’ipotesi di un piano industriale lacrime e sangue per i siti umbri.


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