CULTURA
  by Rossana Furfaro Published: lunedì 31 ottobre 2022 13:33:30

Il cibo dei padri in Valnerina, presentata a Cascia la ricerca di Mario Polia

Evento nell’ambito della Mostra mercato dello zafferano in scena fino al 1° novembre - Il noto antropologo analizza nel libro quale fosse la valenza culturale del cibo e il suo significato
  • De Carolis, Polia, Aramini
  • Il cibo dei padri in Valnerina
  • De Carolis, Polia, Aramini, Cingolani
(AVInews) – Cascia, 31 ott. – Nell’importante lavoro di riscoperta e valorizzazione delle tradizioni e culture locali, che la piccola comunità di Cascia sta portando avanti da alcuni anni, si inserisce in maniera fondamentale il nuovo libro dell’antropologo di fama internazionale Mario Polia, dal titolo ‘Il cibo dei padri in Valnerina. Tradizioni alimentari nell’Umbria rurale’ (editore Il Formichiere, 2022). Un’opera frutto di un’intensa attività di ricerca sul campo, realizzata dallo specialista insignito nel 2000 dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, che fa seguito a numerosi altri lavori che lo stesso Polia ha dedicato al territorio della Valnerina. Studi e pubblicazioni a cui il Comune di Cascia collabora convintamente come dimostra anche la presentazione del volume organizzata sabato 29 ottobre ai giardini ‘Magrelli’ nell’ambito della Mostra mercato dello zafferano di Cascia. Insieme all’autore, davanti a un numeroso e attento pubblico, sono intervenuti il sindaco Mario De Carolis, l’editore Marcello Cingolani e Angelo Aramini del Comune di Cascia.

La Mostra mercato dello zafferano di Cascia prosegue fino a martedì 1° novembre con circa sessanta stand di prodotti tipici, visite gratuite ai campi di zafferano e al museo, street band e degustazioni. Nei ristoranti menù a base di zafferano purissimo di Cascia.

“Innanzitutto – ha subito sottolineato Polia –, il libro non è un ricettario. Non siamo andati alla ricerca delle ricette, ma del significato del cibo. Il mangiare fa parte dei bisogni umani e i nostri padri mangiavano esattamente come noi, anche se in maniera più povera; davano però al cibo significati diversi da quelli che diamo noi. Dalla produzione alla raccolta, dalla preparazione alla distribuzione, soprattutto in occasione di importanti festività, il cibo ha avuto sempre una valenza culturale. Un popolo, un ethnos, è connotato non solo dalla lingua, ma soprattutto dai costumi. E il cibo è uno dei costumi fondamentali. Si dirà: ‘Credenze di popolo’. Certamente, ma il popolo non ha inventato tutto questo. Nel libro facciamo perciò un viaggio a ritroso e andiamo a scoprire le origini, le radici più lontane dei costumi popolari”. Il libro, di 356 pagine, è diviso in tre sezioni: L’alimentazione da bisogno fisiologico a identità culturale; La dimora rurale; Gli alimenti. È corredato da numerosi disegni del professor Polia, relativi a oggetti e strumenti di lavoro rilevati sul campo, e dalle foto delle realtà rurali umbre di inizio Novecento, scattate un secolo fa dall’etnologo Paul Scheurmeier.

“Questi studi – ha affermato il sindaco De Carolis – hanno permesso di riscattare e far conoscere un ingente patrimonio storico e culturale appartenente alle tradizioni avite del nostro contado, un patrimonio ormai a rischio di estinzione non solo per la deculturazione cresciuta in modo progressivo dagli anni Cinquanta del secolo scorso, ma per il fatto che quel patrimonio è stato poco studiato in passato. Gli studi di Mario Polia permettono di restituire alla nostra storia la fisionomia e l’eredità d’una cultura che affonda le sue radici in remoti passati”. “Con la pubblicazione di questo volume – ha commentato Cingolani – si vuole contribuire a preservare la memoria delle tradizioni alimentari di un’area importante dell’Umbria rurale come la Valnerina. La ricerca del professor Mario Polia si è infatti avvalsa dei ricordi di quelli che ne possono essere considerati gli ultimi testimoni, ricordi che l’autore ha sapientemente intrecciato non solo con i risultati di studi relativi alla stessa area geografica, o alle stesse tematiche, ma anche con le fonti letterarie più antiche”.

Nicola Torrini


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