SOCIETÀ
  by Rossana Furfaro Published: venerdì 11 novembre 2016 18:26:50

Perugia, presentata ‘Mai soli’ per l’assistenza a pazienti in coma

Associazione di volontari. Obiettivo: istituire speciali unità di accoglienza permanente - Fondata da familiari di persone in stato vegetativo permanente o di minima coscienza
(Avi News) – Perugia, 11 nov. – ‘Mai soli’ è insieme un auspicio e il nome dell’associazione di volontari costituitasi, a Perugia, per garantire l’assistenza alle persone in coma, stato vegetativo permanente o di minima coscienza.

Presentata a Perugia  Le sue attività e i suoi progetti sono stati presentati, venerdì 11 novembre, nella residenza sanitaria assistita (Rsa) Casa dell’amicizia ‘A. Seppilli’ di Perugia dalla presidente dell’associazione Marina Martorelli, fondatrice della stessa insieme a Teresa Frenguellotti e Johnson de Rizzoli.

I presenti Numerosi i presenti che hanno voluto testimoniare il loro sostegno. Tra questi Gianluca Comotto, ex calciatore e club manager dell’Ac Perugia Calcio, e diverse autorità quali Luca Barberini, assessore alla sanità della Regione Umbria, Andrea Casciari, direttore generale dell’azienda Usl Umbria 1, Attilio Solinas, presidente della III commissione consiliare permanente ‘Sanità e servizi sociali’ della Regione Umbria, e il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo della diocesi di Perugia - Città della Pieve.

Chiediamo cure adeguate “Siamo nati un anno fa – ha raccontato Martorelli – spinti dalla volontà di promuovere la realizzazione di apposite strutture per un’accoglienza e una cura adeguate ai pazienti in coma o minima coscienza, tra cui i nostri familiari. Chiediamo che vengano inserite nel piano ospedaliero dell’Umbria le speciali unità di accoglienza permanente (Suap), le unità dei risvegli e quelle per il sollievo delle persone colpite da queste patologie. Queste si differenziano dalle Rsa, come quella in cui ci troviamo, o dalle residenze protette (Rp), per minuti assistenziali pro paziente. Servirebbe, inoltre, un tipo di assistenza paramedica di tipo infermieristico e fisioterapico, perché in caso di particolari complicazioni bisogna trasferire il malato all’ospedale”.

Maggiore impegno della Regione A questa richiesta ha risposto Barberini: “La Regione assicura un maggiore impegno all’interno del nuovo Piano sanitario regionale che si traduce in una maggiore assistenza e maggiori strutture nell’area post-acuzie”. “Una comunità autentica – ha aggiunto Barberini – si costruisce se è in grado di dare risposte alle persone in difficoltà, non solo ai pazienti ma anche i loro familiari, ed è grazie anche all’aiuto di queste associazioni di volontariato che lo potremo fare. Rispetto alle Suap, abbiamo già un’esperienza in Umbria, quella del centro residenziale Santo Stefano di Foligno, struttura privata convenzionata. Stiamo valutando se sia la migliore risposta possibile dal punto di vista clinico e organizzativo e, sulla base di questo e delle necessità che ravviseremo sul territorio, cercheremo di dare risposte adeguate perseguendo il principio di omogeneità dei servizi”.

Dio non ciu abbandona mai “Quello di oggi è stato un incontro provvidenziale – ha dichiarato Bassetti –. Io mi ero recato in visita pastorale alla casa Seppilli e contemporaneamente ho appreso dell’associazione Mai soli. Dio non ci abbandona mai e noi non dobbiamo abbandonare mai gli altri. Le persone, soprattutto i malati, hanno bisogno di accoglienza. La famiglia è insufficiente a sopperire a tutti i loro bisogni, per questo è lodevole la competenza che ho visto in medici, operatori e volontari, quest’ultimi, in particolare, pura espressione di amore gratuito”.

Calciatori vicino all'associazione “Il Perugia calcio – ha commentato Comotto – è sempre stato sensibile a queste iniziative. Ci rendiamo conto, come società, che possiamo fare da traino e portare all’attenzione della gente particolari problematiche. Davanti alle associazioni benefiche non posso che togliermi il cappello perché mi rendo conto che ci sono persone buone che vivono per aiutare gli altri, che è la cosa più bella che si possa fare. Cerchiamo di trasmettere questo valore anche ai giovani calciatori perché si rendano conto della fortuna che hanno a fare questo lavoro”.
 
Rossana Furfaro


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