ECONOMIA
  by Rossana Furfaro Published: mercoledì 25 giugno 2025 13:38:41

Ipotesi privatizzazione ferrovie, Filt Cgil Umbria: “preoccupazione per la tenuta dei servizi”

Il sindacato denuncia una situazione “che favorisce l’alta velocità a discapito dei collegamenti per pendolari e studenti

  • Filt Cgil Umbria al centro Ciro Zeno

(AVInews) – Perugia, 25 giu. – “Non deve prevalere la ragione del denaro nei servizi ma la necessità di garantire i trasporti a tutti, perché tutti debbono potersi recare in tempi degni a lavoro. Sono anni che manifestiamo grande preoccupazione in termini di garanzia dei servizi per pendolari, studenti, lavoratori e per tutti coloro che dall’Umbria si recano in treno verso Roma e Firenze”. A dirlo è Ciro Zeno segretario Generale Filt Cgil dell’Umbria che rivendica “il diritto alla mobilità per tutti”. “Se è vero che si privatizzeranno le Ferrovie dello Stato, perché questo governo lo vuole fare – commentano da Filt Cgil Umbria –, bisogna essere consci che questa scelta generera privilegi per l’alta velocità e criticità per le tratte dedicate a pendolari e fasce studentesche. Da Perugia a Roma ci si possono mettere fino a quattro ore, da Terni fino a due ore se tutto va bene, da Orvieto fino a due ore e 45, siamo tornati alla velocità di crociera di circa 100 anni fa. I 40 sindaci che si propongono di andare a Roma con il treno lo facciano con l’intento di non fare slogan ma di perseverare, con la fascia tricolore indosso, perché si mantengano i servizi e perché i trasporti non diventino elementi esclusivamente commerciali”. Il sindacato chiede che “non si pensi solo a sviluppare un’alta velocità appetibile a sempre meggiori competitor con la sete di percorrere quelle linee senza intralci di treni ‘lenti’ e con le garanzie che non ci siano treni pendolari a ostacolare la loro speed. Il sistema Paese ha contribuito a costruire l’alta velocità ma a beneficiarne è il 10% del territorio italiano e questa è una ingiustizia sociale”. “Per concedere ai francesi di venire a sfrecciare sulle linee alta velocità italiane, verosimilmente Rfi – questo il ragionamento di Filt Cgil Umbria –, si dovranno togliere, per il principio di concorrenzialità, tratte agli Eurostar e a Italo, ciò creerà ancora più danno per chi lavora e utilizza il treno per andare al lavoro. Insomma servizi di Serie A, Serie B e Serie C, l’Umbria sarà senza dubbio di Serie C”. “Svegliarsi ora all’ultimo momento serve a poco – proseguono da Filt Cgil Umbria – se non si cambia la strategia del governo di privatizzare tutto. Bisogna evitare questo disastro altrimenti il territorio Orvietano come il Perugino, il Ternano o il Folignate resteranno fuori dal mondo. Non bastano 40 sindaci, serve che tutti i 98 sindaci dell’Umbria vadano a Roma con in testa la presidente della Regione Umbria, l’assessore regionale ai trasporti e gli altri assessori della giunta e a seguito gli umbri a sostenerli in una battaglia vera che difenda la mobilità”. “Nel nebuloso e preoccupante sistema di gare che si sta configurando – commentano da Filt Cgil umbria –, si inizierà con gli Intercity nel 2026 il che vuol dire che il primo servizio universale oggi gestito direttamente dal Ministero dei trasporti verrà messo a gara, è quindi facile prevedere ribassi dei servizi e l’abbattimento della qualità e delle garanzie per i cittadini. Toccherà poi trasporti regionali, mettendo sul mercato un settore che invece deve garantire i servizi a tutti. Di fronte a tutto questo o si fa marcia indietro a livello di scelte politiche o non riusciremo a fermare questo disastro e a quel punto l’Italia si prepari al default dei trasporti, al pari delle privatizzazioni inglesi di 20 anni fa che oggi hanno spinto il governo a riaquisire le linee e  treni dai privati”. “Non bastano più gli slogan – concludono da Filt Cgil – o le apparizioni estemporanee. Serve un’azione costante, vera, un’unione di intenti di Regione, Province e Comuni, indistintamente dal colore politico, che abbia come obiettivo quello di salvare questo settore. Se i sindaci e le istituzioni regionali vanno a Roma, chiediamo quale è il punto di caduta e quali strategie intendono attuare, altrimenti sono solo viaggi della speranza”.



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