ECONOMIA
  by Rossana Furfaro Published: giovedì 31 luglio 2025 14:21:52

Appalti pubblici: Cgil chiede di rafforzare la responsabilità del committente

Partita la campagna nazionale del sindacato ‘I diritti non si appaltano’. Stefania Cardinali (Cgil Umbria): “chiediamo un confronto con datori di lavoro e loro rappresentanze e atti concreti alla Regione Umbria”

  • campagna I diritti non si appaltano
(AVInews) – Perugia, 31 lug. – “Sono necessari interventi urgenti per rafforzare la responsabilità in capo al committente per ridurre  i rischi derivanti da appalti e subappalti finalizzati esclusivamente a ridurre i costi, a cominciare da quello del lavoro, e  riportare lo strumento dell’appalto dentro i confini di un mezzo necessario a  rispondere a specifiche esigenze di specializzazione”. Questo il commento di Stefania Cardinali e Maria Rita Paggio, rispettivamente segretaria regionale e segretaria generale di Cgil Umbria, in occasione dell’avvio della nuova campagna nazionale del sindacato ‘I diritti non si appaltano’ contro lo  sfruttamento del lavoro che attraversa molti settori economici del Paese. “Chiediamo, a livello nazionale come in Umbria, ai datori di lavoro e alle loro rappresentanze – hanno spiegato le segretarie Cardinali e Paggio – un confronto serio e concreto che possa portare alla sottoscrizione di protocolli che contrastino la pratica di appalti e subappalti finalizzati esclusivamente a ridurre il costo del lavoro con conseguenze su salute e sicurezza. La competizione al ribasso è per il Paese, e ancor di più per una regione come l’Umbria, una scelta sbagliata per i lavoratori come per l’intero  sistema produttivo compreso il settore pubblico”. “Anche se calcolati in modo approssimativo – hanno proseguito Cardinali e Paggio –, sono almeno quattro milioni i lavoratori negli appalti. Non c’è settore dalla cantieristica alla logistica, dal turismo alle mense, dai magazzini alle grandi fabbriche ai servizi alle persone che non veda la presenza di lavoratori in appalto. L’esplosione è avvenuta dopo la riforma del 2003 (cosiddetta legge Biagi) che di fatto ha abolito la legge 1369/60 che obbligava l’applicazione del medesimo contratto nazionale lungo la catena degli appalti. Tutto questo determina una spirale perversa che alimenta concorrenza sleale, salari sempre più bassi, evasione fiscale e contributiva e un aumento preoccupante degli infortuni sul lavoro”. “Quando, come spesso accade, a subire questi abusi sono lavoratrici e lavoratori in condizione di bisogno o migranti – hanno aggiunto le segretarie Cardinali e Paggio –, il ricatto diventa strutturale, condizionando intere famiglie, comunità e territori produttivi. In questi contesti, il lavoro non è più uno strumento di emancipazione, ma si trasforma in una gabbia, una trappola sociale ed economica. Qualità del lavoro, modello d’impresa e lotta agli infortuni e alle morti ‘bianche’ rappresentano un nesso inscindibile. Più responsabilità in solido vuol dire automaticamente meno sfruttamento e meno morti, infortuni, malattie professionali”. L’obiettivo, per la Cgil, è costruire azioni concrete sia nel settore pubblico che in quello privato. “Il nuovo codice degli appalti pubblici, introdotto dal decreto legislativo del 31 marzo 23 – , ha raccolto molte delle richieste avanzate dal sindacato, purtroppo  non tutte – hanno sottolineato Stefania Cardinali e Maria Rita Paggio –, per esempio la liberalizzazione del subappalto a catena soprattutto nelle opere pubbliche solleva grandi preoccupazioni per la trasparenza la legalità e la tutela dei lavoratori. In Umbria  solo nel terzo settore e servizi di Welfare alla persona sono impegnati circa 9000 addetti di fatto esternalizzati dal sistema pubblico per i quali abbiamo ottenuto un grande risultato con l’approvazione  della legge numero 2 del 29 febbraio 2024, frutto di  una reale e concreta partecipazione delle forze sociali, che ha normato il sistema del Welfare e servizi alla persona, un vero passo avanti in un settore che prima era completamente deregolamentato. Già in quel momento chiedemmo con forza di intervenire su tutto il resto del mondo degli appalti pubblici da quelli  ad alta densità di mano d’opera alle  opere pubbliche che necessitano velocemente di regole certe e condivise da costruire con percorsi  veramente e concretamente partecipati”. “Chiediamo alla Giunta e al Consiglio Regionale – hanno concluso le segretarie Cardinali e Paggio – atti concreti e non semplice condivisione di principi generici  provvedendo  tempestivamente a convocare le parti sociali”.
 


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