CULTURA
  by Rossana Furfaro Published: mercoledì 5 giugno 2024 12:18:04

Città e Comunità della Cerca e Cavatura del tartufo partner dell’evento conclusivo della mostra racconti invisibili a Parigi

L’iniziativa il 10 giugno in occasione della decima sessione dell’Assemblea generale degli Stati parte della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che si terrà nella sede UNESCO l’11 e 12 giugno

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  • Racconti invisibili_BARCELLONA
(Avi News) – Parigi, 5 giu. – L’Associazione nazionale Città del Tartufo e la Comunità della Cerca e Cavatura del tartufo in Italia sono partner dell’evento di chiusura del progetto espositivo internazionale Racconti (In)visibili che, a partire dal 2018, ha diffuso nel mondo, attraversando due continenti, la conoscenza del patrimonio immateriale italiano. L’evento, organizzato dall’Istituto Centrale per il Patrimonio immateriale del Ministero della Cultura italiano, insieme alla Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, che vedrà la presenza delle delegazioni UNESCO, si svolgerà a Parigi lunedì 10 giugno alle 18 negli spazi espositivi della Galerie Joseph, in rue des Minimes, 16 (place des Vosges), in occasione della decima sessione dell’Assemblea generale degli Stati parte della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che si terrà nella sede dell’UNESCO, martedì 11 e mercoledì 12 giugno. In questa particolare occasione, sarà riproposto l’obiettivo dell’importanza del ruolo del patrimonio immateriale nel dialogo interculturale e nella costruzione della cultura della pace. Le Città e la Comunità della Cerca e cavatura del tartufo si sono inserite nel progetto espositivo itinerante Racconti (In)visibili dopo l’iscrizione nella Lista del Patrimonio immateriale, partecipando all’allestimento delle mostre di Madrid e Barcellona nel 2023, realizzate in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura, sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia in Spagna.
Sostanzialmente suddiviso in aree concettuali dialoganti, il concept della mostra, ideato in modalità partecipativa con la collaborazione delle comunità patrimoniali della Rete delle Grandi Macchine a Spalla e della Cerca e cavatura del tartufo è orientato alla rappresentazione di alcune tematiche portanti del patrimonio immateriale – cultura alimentare, musica e gioco popolare, saper fare tradizionale, pratiche devozionali e festive – narrate attraverso il linguaggio della cinematografia e della fotografia di carattere antropologico-sociale  in un gioco di rimandi e riflessi attivato da imprevedibili suggestioni provenienti dalle opere di importanti artisti contemporanei. Il progetto espositivo polimediale, realizzato dagli exhibition and immersive designers di Openlab Company coordinati da Luca Ruzza, è orientato alla creazione di una nuova modalità narrativa di grande impatto emotivo e comunicativo che, attraverso la sintesi dei diversi linguaggi tecnologici utilizzati nel percorso, mira all’ immersività come esperienza di fruizione totale.
Nella sezione di Parigi, curata da Dominique Lora e Micol Di Veroli,  sono esposte le opere di 15 artisti italiani contemporanei: Antonio Ligabue, Matteo Basilé, Elena Bellantoni, Angelo Bellobono, Bertozzi&Casoni, Paolo Buggiani, Stefano Canto,  Davide Dormino, Giuseppe Fata, Vincenzo Marsiglia, Elena Mazzi, Simone Pellegrini, Leonardo Petrucci, Benedetto Pietromarchi, Maurizio Sapia, Cinzia Sarto. Le stesse sono poste in confronto tematico con la sezione audiovisiva curata da Stefania Baldinotti che propone, accanto a un allestimento antologico della filmografia di carattere etnografico dedicata alle feste della tradizione italiana messe a fuoco anche nel drammatico momento della loro assenza dovuta all’ormai celeberrimo periodo del lockdown dal regista etnomusicologo Francesco De Melis, l’innovativo “Caleidoscopio del patrimonio Immateriale”, particolarissima partitura visiva per suoni e immagini, e l’allestimento immersivo dedicato al docufilm “Memoria di tartufo, una storia nascosta” del regista Remo Schellino. Nella sezione fotografica, i reportage etnografici dei fotografi Massimo Cutrupi e Marco Marcotulli si concentrano sul patrimonio immateriale italiano evidenziandone sia le performance più eclatanti che le pratiche meno diffuse, cercando nell’espressività dei protagonisti e nei segni ineffabili del trascorrere del tempo, il seme del cambiamento e la certezza di quell’eterno ritorno che, insieme, costituiscono la vitalità della tradizione.
Gli artisti contemporanei in mostra sono tutti caratterizzati da una ricerca ispirata alla natura effimera, seppure costante, del rapporto tra singolarità e collettività e delle varie forme di interazione tra uomo e natura, tra memoria e senso di appartenenza. Infatti, le opere degli artisti contemporanei, messe in dialogo in un rimando di nessi invisibili con le opere della sezione audiovisiva, mostrano le infinite varietà nelle quali si declina il rapporto uomo-natura, dallo sfruttamento sostenibile delle risorse alimentari ai tentativi di sopraffazione che generano i devastanti esiti dei cambiamenti climatici, alla trasformazione del paesaggio in spazio simbolico, all’attribuzione agli oggetti e ai gesti della quotidianità di significati diversi da quelli meramente funzionali, nel tentativo di oltrepassare quel confine che limita l’agire dell’uomo tra cielo e terra, ma non il suo pensiero. “In questo contesto proprio del rapporto uomo natura si inserisce l’essenza della Cerca e cavatura del tartufo – ha commentato Michele Boscagli, presidente dell’Associazione nazionale Città del tartufo –. Un vasto complesso di conoscenze consente, a chi le detiene, di interpretare i fattori climatici, le precipitazioni, le caratteristi­che dei terreni, il riconoscimento di associazioni vegetali, al fine di garantire una corretta e sostenibile gestione dei sistemi natu­rali attraverso il mantenimento e il miglioramento degli ecosistemi boschivi e fluviali nei quali è presente il fungo sotterraneo. La pratica dell’elemento consente il mantenimento dell’equilibrio ecologico e della biodiversità vegetale nonché il perdurare del­la tradizione che assicura la rigenerazione biologica stagionale delle specie tartufigene. Tali conoscenze del mondo rurale, già de­scritte in epoca classica, sono legate for­temente a espressioni orali e tradizioni che riflettono l’identità culturale locale. Infatti, vengono trasmesse e tramandate an­che attraverso storie, fiabe, aneddoti, pro­verbi e modi di dire corrispondenti anche alle espressioni delle abitudini culinarie ti­piche in cui il tartufo è impiegato”.
Grazie ai finanziamenti statali per il potenziamento della cultura e della lingua italiana all’estero, il Ministero della Cultura italiano, nel 2018, ha sostenuto il progetto di ambito internazionale “Racconti (in)Visibili” (www.raccontinvisibili.com) proposto dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale diretto da Leandro Ventura: un progetto espositivo destinato alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale immateriale italiano all’estero, in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura.  Concepito come progetto itinerante, “Racconti (in)visibili”, nella sua prima edizione, ha portato il patrimonio culturale immateriale italiano nell’Europa dell’Est (Armenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria) e in Sud America (Cile, Argentina, Messico), mentre la seconda edizione ha visto tre tappe spagnole, Barcellona, Ainsa Sobrarbre e Madrid. All’ideazione e alla realizzazione del progetto hanno contribuito il personale scientifico con competenze specifiche nelle discipline storico-artistiche e etnoantropologiche dell’Istituto,  gli addetti culturali del Ministero degli esteri e della Società Dante Alighieri mentre gli ambiti relativi all’arte contemporanea, ai documenti visivi  e alle tecnologie immersive utilizzate nel concept dell’allestimento, sono state oggetto di una collaborazione diretta con curatori d’arte, artisti, registi e exhibition designer.

 

 



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