(AVInews) – Perugia, 16 dic. – Si è svolto lunedì 15 dicembre a Perugia, nella Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, messa a disposizione dall’Amministrazione comunale, l’incontro promosso da Federcaccia Umbra in collaborazione con Federcaccia nazionale dedicato alla Nature Restoration Law, il Regolamento europeo che introduce obiettivi e strumenti concreti non solo per il mantenimento ma anche e soprattutto per il ripristino degli ecosistemi degradati. Un appuntamento partecipato, che ha messo a confronto le istituzioni, i tecnici, il mondo agricolo e venatorio su opportunità e criticità legate all’applicazione della nuova normativa, che avrà il suo primo step a settembre 2026, quando ogni Stato membro dovrà presentare il proprio Piano Nazionale alla Commissione di validazione Europea.
Impossibilitato a presenziare da sopraggiunti impegni di Governo, in apertura dei lavori è intervenuto collegandosi il senatore Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Il sottosegretario, che ha anche portato il saluto del ministro Pichetto Fratin, ha ringraziato Federcaccia per l’iniziativa, sottolineando il suo ruolo di interlocutore serio e affidabile sui temi ambientale, sui quali si è sempre dimostrata disponibile al confronto concreto e costruttivo. Delineando il programma di lavoro legato agli impegni previsti dal Regolamento europeo, il senatore Barbaro ha sottolineato che “Agricoltori, cacciatori, tecnici e amministratori locali sono protagonisti della ruralità e della gestione del territorio su cui vivono e operano”, manifestando l’impegno del Ministero nel coinvolgere tutti i portatori di interesse nel percorso da affrontare.
Anche l’assessore regionale alle politiche agricole, Simona Meloni, nel suo intervento in sala ha espresso apprezzamento per il valore del confronto, evidenziando alcune criticità di fondo del regolamento. “È necessario chiarire obiettivi e modalità applicative – ha affermato Meloni – partendo dalla conoscenza dei territori e tutelando le produzioni agricole che negli ultimi anni hanno già compiuto importanti passi avanti in questo senso. Rafforzare il dialogo tra agricoltori e cacciatori, anche in virtù del ruolo di questi ultimi come gestori della fauna selvatica, rappresenterà un passaggio fondamentale”.
A introdurre e moderare i lavori è stato Marco Ramanzini, capo ufficio stampa della Federazione italiana della caccia, che ha guidato il confronto valorizzando il carattere trasversale dell’iniziativa.
Fin dalle prime fasi dell’incontro è stato chiaro l’obiettivo dell’iniziativa. Il presidente nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi ha sottolineato come l’appuntamento di Perugia rappresenti “il naturale punto di arrivo di una serie di riflessioni promosse a livello nazionale dalla Federazione” per costruire insieme alle associazioni agricole, alle istituzioni e ai ministeri competenti, in particolare Ambiente e Agricoltura, un modello su come l’Italia dovrebbe “conformarsi e al tempo stesso cogliere le occasioni offerte dalla nuova normativa europea. Un percorso che – ha evidenziato Buconi – deve nascere dal confronto e dalla condivisione, partendo dai territori e dai soggetti che quotidianamente li vivono e li gestiscono. Preservare, mantenere e incrementare la biodiversità è una sfida che deve unire tutti”. Per la Provincia di Perugia e il Comune era presente Riccardo Vescovi, vicepresidente della Provincia e Consigliere comunale, che ha portato anche il saluto della sindaca, Vittoria Ferdinandi.
Maurizio Lorenzini, presidente regionale di Federcaccia Umbra, ha ringraziato l’amministrazione provinciale per l’ospitalità, e le Sezioni provinciali Fidc di Perugia e Terni con i presidenti, rispettivamente Luca Coletti ed Enrico Riffelli, per il supporto, evidenziando come la Nature Restoration Law rappresenti un tema di grande attualità traducibile in opportunità concrete anche per il mondo venatorio umbro, da sempre impegnato in attività tese a recuperare e valorizzare il territorio.
Il quadro tecnico-scientifico è stato affidato al dottor Michele Bottazzo, dell’Ufficio Studi e Ricerche faunistiche e agro-ambientali di Federcaccia, che ha ricordato come il Regolamento, già in vigore dal 2024, introduca un approccio innovativo basato su interventi attivi sul territorio. “La situazione ambientale, a livello globale ed europeo, rende necessario agire concretamente attraverso il ripristino degli ecosistemi degradati e la crescita della biodiversità”. Ogni Stato membro dovrà predisporre un Piano nazionale di ripristino con validità fino al 2050, ma l’Italia – ha osservato Bottazzo – è attualmente in ritardo. In questo contesto si inserisce la convenzione avviata da Federcaccia con il Cnr, per offrire un contributo scientifico e operativo”.
A completare il quadro tecnico è stato l’intervento di Aldo Di Brita, dottore forestale e tecnico faunistico, che ha ribadito come la sola protezione non sia sufficiente. “L’ambiente è dinamico – ha spiegato Di Brita – e richiede una gestione attiva e adattativa”. Riforestazione con specie autoctone, recupero dei suoli degradati, corridoi ecologici e riduzione della pressione antropica sono stati indicati come elementi chiave del regolamento, presentando numerosi esempi pratici di interventi di ripristino già attuati.
Da parte del mondo agricolo, presente in sala con i presidenti regionali delle principali sigle associative (Albano Agabiti di Coldiretti, Fabio Rossi di Confagricoltura e Sauro Rossi di Cia in rappresentanza del Presidente Bartolini) è stata espressa più di una perplessità sull’attuazione del Regolamento, ribadendo la centralità dell’agricoltura nella sua applicazione e ricordando come ogni intervento debba essere accompagnato da risorse adeguate e dalla possibilità per gli agricoltori di continuare a fare reddito. La sfida sarà quindi quella applicare la norma sui territori senza penalizzare l’agricoltura, cogliendo al tempo stesso l’occasione per contrastare l’abbandono delle aree interne.
Il vicepresidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali dell’Umbria, Diego Contini, ha ricordato come la Nature Restoration Law rappresenti un’importante occasione di confronto, sottolineando l’esigenza di superare analisi basate su “fotografie” datate e di avviare un dialogo aggiornato sulle modalità di gestione e sviluppo.
Riprendendo il filo del dibattito, Massimo Buconi ha ribadito come la sfida principale sia rendere compatibile la presenza della fauna selvatica con le produzioni agricole. “In un contesto di crescente biodiversità – ha osservato – aumenta anche la presenza faunistica, rendendo indispensabile una gestione attualizzata dei territori, in stretto rapporto con l’agricoltura”.
Soddisfazione generale è stata espressa dai partecipanti al termine dei lavori, confermando la posizione di Federcaccia in merito alla necessità di promuovere iniziative di confronto e studio su temi che ci riguardano come cittadini e come cacciatori, perché il mondo venatorio e i suoi componenti non devono più essere semplici destinatari delle decisioni, ma attori principali, propositivi di una gestione faunistico-ambientale moderna e virtuosa, capace di valorizzare la biodiversità e rafforzare il legame tra agricoltura, territorio e attività venatoria.