SOCIETÀ
  by Rossana Furfaro Published: mercoledì 3 dicembre 2025 12:30:31

Opera del Duomo di Orvieto: flash mob dei lavoratori in piazza per rinnovo contratto delle fabbricerie

“Tutto è aumentato. Solo i nostri stipendi non possono aumentare”? - Fp Cgil: “La proposta di incremento del 6,4% non è sufficiente. Necessario riaprire la trattativa per un giusto contratto”

(AVInews) – Orvieto, 3 dic. – Prosegue la mobilitazione dei lavoratori delle Fabbricerie, in particolare di quelli dell’Opera del Duomo di Orvieto che hanno organizzato un flash mob proprio davanti al Duomo, mercoledì 3 dicembre, per sottolineare l’urgenza della riapertura del negoziato per il rinnovo del contratto di lavoro e il conseguente adeguamento degli stipendi. A quasi due anni dalla scadenza del contratto nazionale di lavoro 2021-2023, infatti, erano seguiti mesi e mesi di trattativa e una procedura di conciliazione conclusasi con il mancato accordo a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale a compiere i necessari passi avanti.

“Dopo due anni di trattativa gli enti aderenti a Fabbricerie – si legge nei volantini che i manifestanti hanno esposto questa mattina durante il flash mob –, i responsabili dei monumenti che voi visitate non sono disponibili a riconoscere ai loro lavoratori e alle loro lavoratrici un aumento degli stipendi adeguato all’alta inflazione registrata in questi anni. Tutto è aumentato. Gli affitti, i beni alimentari, le bollette e i ricavi delle Fabbricerie. Solo i nostri stipendi non possono aumentare? Mentre noi continuiamo a prenderci cura dei monumenti e a tenerli aperti gli enti chiudono la trattativa. Riaprite la trattativa e dateci presto un giusto contratto”.

“Dopo la proposta dell’aumento del 5,2 per cento, a cui si è aggiunta l’ulteriore proposta di un rilancio dell’1,2 per cento da parte dei rappresentanti dei datori di lavoro delle Opere, riteniamo insufficiente tale proposta per procedere alla sottoscrizione del Contratto Nazionale – ha affermato Andrea Pitoni, segretario generale di Fp Cgil Terni –. L’Associazione nazionale delle fabbricerie deve tornare al tavolo con una proposta economica rispondente alle aspettative di chi, ogni giorno, garantisce l’accesso e la tutela di opere che rappresentano un patrimonio dell’umanità. La proposta di incremento del 6,4% non è sufficiente: non tutela il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e non risponde alle richieste contenute nella piattaforma unitaria, sostenute in tutte le assemblee svolte a ottobre”. “Questo contratto – conclude il segretario ternano della Fp Cgil – deve recuperare anche parte dello scostamento registrato nel triennio precedente, come previsto dalla clausola contrattuale. Basta con risposte elusive e insufficienti: servono aumenti tabellari adeguati per tutelare realmente i salari e dare risposte concrete a chi lavora ogni giorno nelle fabbricerie”.



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