(AVInews) – Terni, 8 ago. – “Non c’è più tempo. Le Rsu e le organizzazioni sindacali del Polo di mantenimento delle armi leggere (Pmal) di Terni non possono più accettare vane promesse e quindi sosterranno con forza e con tutti gli strumenti a loro disposizione queste e le altre rivendicazioni utili a scongiurare ogni tipo di esternalizzazione dei compiti e dei processi produttivi core business e a salvaguardare la sopravvivenza del Polo di Mantenimento delle armi leggere di Terni”. Così scrivono, in una lettera aperta e congiunta, le Rsu e le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Usb Pubblico impiego e Confintesa Fp del Pmal di Terni, rivolgendosi alla Delegazione della IV Commissione (Difesa) della Camera dei Deputati, in visita venerdì 8 agosto proprio al Pmal di Terni, “nella speranza che la competenza e la sensibilità di codesta delegazione sapranno rispondere con immediatezza alle ineludibili richieste”.
Durante la visita, il coordinatore delle Rsu, Roberto De Cesaris, insieme ai rappresentanti locali delle organizzazioni sindacali, ha spiegato ai parlamentari le principali criticità e obiettivi sindacali per il rilancio e lo sviluppo dell’importante realtà produttiva ternana.
“A causa dell’elevata anzianità anagrafica media del personale – si legge nella lettera – la pianta organica dell’Ente, fissata in 384 dipendenti civili, si è andata progressivamente svuotando ed è attualmente scesa a circa 200 unità (una carenza del 48%), nonostante gli ultimi ingressi del personale civile neoassunto, soprattutto con profili tecnici, a seguito del piano di reclutamento iniziato con i concorsi per assistenti del 2022 e del 2023 (per l’ultimo concorso bandito nel 2024, dopo esattamente un anno, non si conoscono ancora le date degli esami). Inoltre, i ritardi nell’emanazione e nell’espletamento dei concorsi e la sostanziale riduzione del turn over hanno causato una disastrosa dispersione dell’elevato know-how acquisito negli ultimi 40 anni, che avrà gravi conseguenze sia nei settori tecnici, sia nel settore amministrativo e nei quadri direttivi civili, già impoveriti dalle suddette carenza e sovraccaricati dagli oneri di multipli incarichi e responsabilità”.
“Senza la realizzazione di un ulteriore e immediato piano straordinario di assunzioni di personale civile, tecnico e amministrativo – prosegue la lettera –, sia con qualifica di assistente, sia con quella di funzionario, accompagnato da adeguate coperture nella legge di bilancio per il 2026 e dalla revisione degli obiettivi di riduzione della spesa e degli organici civili del Ministero della Difesa, fissati dalla legge numero 244 del 2012 (purtroppo ampiamente superati, con effetti strategici devastanti, considerato anche il contesto geopolitico attuale, ampiamente e drammaticamente mutato negli ultimi tre anni), non sarà più possibile scongiurare il ridimensionamento se non la stessa chiusura di questo insediamento logistico”. “Tuttavia – precisa la lettera –, gli sforzi messi in campo dalla Direzione del Pmail e dal Capo di Sme, attraverso la ricerca di personale, i programmi di formazione attuati dal Comando logistico/Tramat e l’auspicata riassegnazione di importanti commesse di lavoro, nel campo della riparazione delle armi, della produzione di ricambistica e degli allestimenti ed equipaggiamenti delle armi leggere individuali, di squadra e dei sistemi d’arma, accompagnati dai sopra citati interventi e con il contributo dei suoi dipendenti civili ‘anziani’ (quei pochi ancora in servizio) in grado di trasferire le proprie preziose conoscenze ed esperienze a favore dei colleghi più giovani, potrebbero già consentire al Polo di Terni di assolvere alla propria mission e di riprendere quella centralità e quel ruolo strategico che da ormai 150 anni ha sempre ricoperto e che lo ha reso uno degli enti più importanti dell’Area tecnico-industriale della Difesa”.
“In conclusione – si legge infine – potrebbe costituire una proficua intuizione implementare il ruolo dell’ente ternano in un contesto di servizio ‘interforze’, vista la platea di utenti che già vi fanno riferimento e le sue enormi potenzialità in termini di offerta tecnica, sia verso altre forze armate e Corpi armati dello Stato, sia verso i poli universitari o il ‘mercato privato’”.