Federcaccia Umbria: “Tutela ambientale sì, ma con equilibrio e visione d’insieme”
L’associazione interviene dopo la richiesta di Avs di inserire i 115 valichi montani umbri nel calendario venatorio, con relativo divieto di caccia
(AVInews) – Perugia, 12 mag. – In merito al recente intervento di alcuni esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra che chiedono l’inserimento dei 115 valichi montani storici nel calendario venatorio dell’Umbria, con relativo divieto di caccia, è intervenuta con alcune considerazioni Federcaccia Umbria: “Riteniamo fondamentale – dicono dall’associazione venatoria – che la tutela dell’ambiente sia una priorità condivisa, ma essa non può ridursi a una continua e selettiva crociata contro il mondo venatorio, né a un esercizio formale di adempimenti burocratici scollegati dal contesto reale del territorio. Il nostro impegno per la sostenibilità venatoria, il rispetto della fauna e degli ecosistemi non è mai mancato, ma ciò che chiediamo è una visione più ampia e meno ideologica”. “È inutile, se non addirittura ipocrita – aggiunge Federcaccia Umbria –, concentrarsi esclusivamente sulla caccia nei valichi montani quando i veri nemici della biodiversità passano sotto silenzio: l’inquinamento luminoso che altera i ritmi biologici della fauna; l’inquinamento acustico che disturba rotte migratorie e habitat; la crescente cementificazione di aree rurali e montane; l’installazione selvaggia di pannelli fotovoltaici a terra in aree naturali pregiate, spesso senza una pianificazione paesaggistica seria”. “Non si può chiedere di tutelare milioni di uccelli migratori – affermano ancora – e ignorare le centinaia di ettari di habitat distrutti o frammentati ogni anno da scelte politiche e industriali non orientate alla reale sostenibilità. Non si può invocare la scienza e poi tralasciare ogni valutazione tecnico-faunistica laddove non faccia comodo”. “Siamo pronti – concludono da Federcaccia Umbria – a confrontarci con le istituzioni e con tutte le forze sociali per una reale tutela dell’ambiente, che tenga conto sia delle esigenze della fauna, sia del ruolo delle attività tradizionali e sostenibili come la caccia regolamentata. Ma è tempo di finirla con la propaganda a senso unico. La difesa della natura non può essere a compartimenti stagni: va fatta tutta, seriamente, con coerenza e responsabilità. La tutela non passa con il divieto ma con la gestione”.