(AVInews) – Perugia, 23 mag. – Un evento pensato per agricoltori e professionisti dell’arte bianca, con l’obiettivo di far conoscere da vicino le attività di ricerca agronomica e sperimentazione varietale che l’azienda molitoria umbra porta avanti da anni per promuovere la filiera Oirz (Origine italiana a residuo zero) la prima e unica filiera italiana certificata a residuo zero. È la Giornata della fioritura, una vera e propria festa organizzata dalla Molini Fagioli nei campi sperimentali in località Casa del Diavolo, frazione alle porte di Perugia, a cui hanno partecipato agricoltori, tecnici e professionisti dell’arte bianca.
I campi sperimentali sono oltre due ettari di terreno che Molini Fagioli ha scelto di coltivare come un laboratorio a cielo aperto, dove ogni anno vengono seminate, osservate e valutate decine di varietà di frumento tenero e duro. È qui che si testano nuove sementi, si confrontano cultivar, si cerca il grano ‘giusto’ per il territorio umbro, caratterizzato da particolari condizioni ambientali, e si coltiva un frumento resiliente, tracciabile e sostenibile.
Oltre a momenti di formazione e condivisione, durante la giornata sono state presentate le farine ottenute dalle varietà di grano dei campi sperimentali che Molini Fagioli ha scelto di testare in collaborazione con la Società italiana sementi (Sis). Grazie all’esclusiva ricerca genetica di Sis, infatti, sono state selezionate 18 varietà di grano tenero, ciascuna con caratteristiche uniche in termini di cromia, profumo, struttura e resa molitoria. Le varietà, piantumate tardivamente a dicembre, sono state coltivate sulle colline umbre per testare resistenza, adattabilità e qualità, con l’obiettivo di individuare quelle più adatte a sostenere una filiera virtuosa e a residuo zero. “Seminare nuove varietà di grano sulle colline umbre – ha spiegato Stefano Ravaglia, responsabile Ricerca & Sperimentazione di Sis – non è solo una sfida agricola, ma un investimento sul futuro della filiera agroalimentare locale. In collaborazione con Molini Fagioli, abbiamo avviato una sperimentazione che dovrebbe riuscire a individuare i genotipi più adattabili alle condizioni pedoclimatiche del territorio. L’obiettivo è ambizioso: identificare varietà produttivamente performanti, resistenti agli stress abiotici e biotici, e coerenti con una filiera sostenibile, locale e a residuo zero”.
Questa giornata ha rappresentato dunque un momento chiave per condividere i risultati e confrontarsi con la comunità agricola, oltre a rafforzare il dialogo tra chi produce, trasforma e racconta il grano. Tra i protagonisti della giornata, anche gli Zero d’Avanguardia, la comunità di pizzaioli, panificatori e pasticceri che hanno scelto di lavorare con le farine Oirz, risultato ultimo delle costanti prove agronomiche portate avanti da Molini Fagioli. La giornata si è articolata in tre momenti distinti, che hanno racchiuso ricerca scientifica, pratica sul campo e condivisione di esperienze e visioni. La mattina il maestro panificatore e tecnico Molini Fagioli Giuliano Pediconi, insieme al professore e divulgatore scientifico Carlo Gronchi, ha guidato un laboratorio pratico dedicato al prefermento realizzato con farine ricche di fibre, oltre a offrire una dimostrazione di come utilizzare questo tipo di farine negli impasti. A seguire, il pranzo conviviale immersi nella campagna umbra, pensato per dialogare e creare connessioni tra agricoltori, tecnici, panificatori e professionisti. Nel pomeriggio, l’agronomo Daniele Paci con Stefano Ravaglia, responsabile Ricerca & Sperimentazione della Sis, hanno guidato una lezione sul mondo dei grani, offrendo uno sguardo approfondito sulle logiche di selezione varietale, le sfide poste dal clima e l’importanza di un approccio scientifico e trasparente alla coltivazione del grano.
“La Giornata della Fioritura e il progetto dei campi sperimentali sono due tappe fondamentali nel percorso di Molini Fagioli – commentano dall’azienda –. Da anni l’azienda si impegna a promuovere una nuova forma di ‘agri-cultura’ che informa, coinvolge e sensibilizza. Conoscere da dove viene il grano, come è stato coltivato, quali farine ne derivano e con quali tecniche si lavorano è oggi un atto di consapevolezza che riguarda produttori, professionisti e consumatori”.